Newsletter GCV – 02-2019

MINISTERI PER LA GESTIONE CRISTIANA DELLA VITA

NEWSLETTER TRIMESTRALE DELLA DIVISIONE INTEREUROPEA

n. 02/2019

I due spiccioli della vedova

“Gesù si trovava nel cortile del Tempio, là dove c’erano le casse destinate alla raccolta delle offerte e osservava coloro che le portavano. L’Evangelista Luca descrive così la scena:” Poi, alzati gli occhi, Gesù vide dei ricchi che mettevano i loro doni nella cassa delle offerte.  Vide anche una vedova poveretta che vi metteva due spiccioli; e disse: «In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo; ma lei vi ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere»” Luca 21:1-4

Molti ricchi presentavano con ostentazione grosse somme di denaro e Gesù li guardava con tristezza, senza commentare in nessun modo la loro generosità. Improvvisamente il suo viso si illuminò vedendo avvicinarsi una povera vedova, esitante come se temesse di essere osservata; cercava di tenersi in disparte con umiltà. Desiderava contribuire con qualcosa all’opera di Dio, per quanto fosse poco … Guardò ciò che aveva in mano; ben poco rispetto ai ricchi doni degli altri, ma era tutto ciò che possedeva.  Allora rapidamente si avvicinò alla cassa, vi gettò i suoi due spiccioli e si allontanò con aria furtiva.  Ma i suoi occhi si incrociarono con quelli di Gesù che la stava osservando con attenzione.

Il Salvatore chiamò i suoi discepoli e fece loro notare la povertà di quella vedova. Ella sentì le sue parole di lode: «In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo; ma lei vi ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere»”

I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia quando si rese conto che il suo gesto era stato compreso ed accettato.

Altri le avrebbero consigliato di tenere per lei la modica offerta …; lei credeva che il servizio al Tempio fosse stato stabilito da Dio stesso e voleva fare tutto ciò che poteva per collaborare.  Fece il possibile ed il suo gesto è diventato un monumento alla sua memoria attraverso i secoli e rappresenterà la sua gioia per l’eternità.

Ella diede il suo cuore insieme alla sua offerta, che non venne valutata in termini economici, ma in funzione dell’amore che la donna provava per Dio e dell’interesse per la sua opera.   Sono le motivazioni che danno ai nostri atti il loro vero valore …

Le grandi cose che tutti vedono e che tutti celebrano non sono le più preziose agli occhi di Dio. I piccoli doni offerti senza vanità, anche se insignificanti agli occhi degli uomini hanno spesso un grande valore per il Signore. Egli preferisce un cuore pieno di fede e d’amore rispetto al dono più prezioso.   Lo spirito disinteressato e la fede spontanea di questa vedova le hanno consentito di ricevere l’elogio del Salvatore.

Quell’esempio di abnegazione ha toccato e agito su migliaia di cuori in ogni paese ed in ogni età.   La benedizione di Dio sugli spiccioli della vedova ha prodotto grandi risultati.  Lo stesso accade per ogni dono e per ogni atto compiuti con il sincero desiderio di contribuire alla gloria di Dio.  Questo fa parte dei piani dell’Onnipotente e i suoi risultati non possono essere calcolati secondo parametri umani.”


Questo il commento ispirato di E.G.White a questo episodio, nel libro “Gesù di Nazaret“, pagg. 464-466

 

Cos’altro può insegnarci la fedeltà della vedova?

In attesa del ritorno del Signore Gesù nella gloria, siamo invitati a dare tutto nella nostra vita, siamo chiamati ad evitare un atteggiamento minimalista, di rinuncia, di vivacchio, come troppo spesso accade nelle nostre (stanche) comunità che davvero non aspettano il ritorno dello sposo… La vedova sa bene che ciò che lei dona è minimo, irrisorio in confronto alle cospicue offerte che venivano versate al tesoro del Tempio, così come noi sappiamo che il nostro agire, nella logica del vangelo, il riconoscere nel fratello povero il volto di Dio, è poca cosa rispetto alla rabbia e alla violenza che abbondano in questo mondo, gesto che sembra inutile rispetto alla logica mondana del potere e del successo. Diamo del necessario, non del superfluo, non dedichiamo a Dio gli scampoli della settimana, i ritagli di tempo e di devozione, ma l’essenziale di ciò che viviamo: gioie, ansie, speranze, delusioni, persone, affetti… Come il ragazzo davanti alla folla  che offre una merenda che servirà alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, come il lievito che fa fermentare la pasta, ai discepoli che aspettano il ritorno di Cristo è chiesta l’incoscienza e l’ardire del dono, la profezia della speranza.   Viviamo le giornate nel dono di noi stessi, del nostro sorriso, della nostra serenità, certi che Dio sorride benevolo nel vedere i suoi figli sfidarlo a gare di generosità.

 


Michele Abiusi, Direttore

Ministeri della GCV

Unione italiana