Newsletter GCV – 04-2017

MINISTERI PER LA GESTIONE CRISTIANA DELLA VITA

NEWSLETTER TRIMESTRALE DELLA DIVISIONE INTEREUROPEA

n. 4/2017

Essere generosi, come Dio

Ciò che Dio guarda

«E Gesù, postosi a sedere di fronte alla cassa del tesoro, osservava come la gente vi gettava il danaro; e tanti ricchi ne gettavano molto. Venuta una povera vedova, vi gettò due spiccioli, cioè un quadrante. E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, mentre ella, nella sua povertà, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere.”» (Marco 12:41-44)

Questa scena potrebbe sorprenderci. Il Figlio di Dio, che ha lasciato il cielo, avendo la missione più importante in questo mondo, cioè quella di giustificare il carattere di Dio di fronte all’Universo e di salvare il genere umano dal peccato, è là, con una strana preoccupazione. E’ di fronte al tesoro del tempio, dove veniva portato il danaro. Il Figlio di Dio non avrebbe dovuto avere preoccupazioni più importanti di quella di starsene seduto a osservare come la gente portava il danaro in chiesa? Non aveva niente di più importante da fare quel giorno?

L’atteggiamento di Gesù a volte non è capito. Il versetto dice che Gesù si sedette a osservare, ma non per guardare quanto danaro desse la gente. Io oso dire che Dio non è interessato a ciò che diamo, ma come diamo. Ne La Speranza dell’Uomo, Ellen White dice che Gesù era rattristato dal fatto che alcuni mettevano danaro nel tesoro del tempio non per la gloria di Dio, ma per la propria.

E’ una lezione importante per noi. E’ possibile fare buone cose, desiderate da Dio, ma farle in modo tale che Dio non ne è glorificato, ne è invece l’uomo. Derubare Dio della gloria che merita è peggio che non offrirGli alcunché.

In quel contesto, mentre Gesù osservava la scena di “generosità”, una donna vedova, vestita poveramente, si avvicinò timidamente. Aspettò un pochino fino a che non sparirono i “sonagli” (appesi agli orli dei vestimenti degli antichi ebrei, NdT) e poté mettere il suo dono nella cassa del tesoro. La Bibbia dice che vi gettò due spiccioli, cioè un quadrante.

Io non so a che cosa paragonarli oggigiorno, forse a 10 centesimi. E’ una quantità di danaro che a volte neppure ci preoccupiamo di raccogliere da terra, considerando che non ne vale proprio lo sforzo. Eppure, nonostante che lei arrivi con un contributo così insignificante, Gesù apprezza il suo gesto, chiama i Suoi discepoli e dice loro: “In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.”

Com’è possibile che il Signore Gesù faccia una dichiarazione simile, dato che il contributo della donna non può essere paragonato a quello degli altri? Perché Lui guarda qualcosa di diverso da ciò che guarderemmo noi: il cuore del donatore. Lei amava la casa del Signore, la Sua opera, e voleva contribuire con qualche cosa. Questo era il desiderio della sua anima, e poiché non possedeva niente altro, ha dato ciò che aveva.

Soddisfatta di non essere stata notata, la donna si gira per andarsene, ma il suo sguardo incrocia Gesù. Ora si aspettava di sentire parole che aveva già sentito pronunciare da altri rabbini. Se non parole, forse un cenno di disapprovazione con la testa: “E’ tutto qui quello che porti davanti a Dio?” Ma lei rimane sorpresa di sentire questo Maestro che, rivolgendosi ai Suoi discepoli, pronuncia parole di apprezzamento per il suo gesto.

Immaginate come sia andata via contenta! Ellen White dice: “Quando sentì che la sua offerta era stata apprezzata, lacrime di gioia scesero dai suoi occhi. Ella credeva nell’istituzione divina del servizio del tempio e voleva fare tutto il possibile per sostenerlo. Diede tutto ciò che poteva e il suo dono diventò un monumento alla sua memoria, per tutti i tempi e per la sua gioia nell’eternità. Quel dono esprimeva tutto il suo cuore e il suo valore fu stimato non sulla base del valore del denaro, ma dell’amore per il Signore e dell’interesse per la Sua opera.” (La Speranza dell’Uomo, p 615, edizione inglese) Vorrei sottolineare alcune cose. Gesù Cristo conosce e vede cose di noi che nessuno sa. Non dovremmo avere paura: si tratta di quella conoscenza d’amore che si piega per cercarci. Non c’è niente che possiamo nasconderGli, né che dovremmo nascondere. Il Signore Gesù sa ogni cosa di noi e capisce più di chiunque altro in quale situazione ci troviamo. Inoltre, Gesù fu colpito dal dono di quella donna, perché aveva scoperto che lei, oltre al dono aveva dato il cuore a Dio. Mise nel tesoro tutto ciò che aveva. Quando noi rinunciamo a tutto e mettiamo ai piedi del Signore la nostra ultima moneta con la quale avremmo comprato un pezzo di pane, con ciò noi dichiariamo di avere scelto di non dipendere da quel danaro, né dal pane che avremmo potuto comprare con quei soldi, ma che invece abbiamo scelto di dipendere da Dio. Anche se questo sembra azzardato, una scelta non saggia, in realtà è una scelta di fede. Dio vuole condurci all’esperienza di quella povera vedova. Ci sono altre verità in questa storia. Ho detto che Dio non guarda ciò abbiamo dato, ma come lo abbiamo dato. Questo non significa che Dio non sia interessato alla somma con la quale sosteniamo la Sua opera. Lui vuole sapere se la mia esperienza, come donatore, è legata al sacrificio o no. Dio non è interessato a quanto ho rinunciato, ma a quanto è rimasto. La fedeltà non si riferisce a ciò che ho dato, ma a quello che ho lasciato. Ciò che ho dato può essere considerato come debito, ciò che resta per me è un esercizio di fede.

Dio valuta la condizione del cuore. Oso dire che Dio valuta la fiducia che abbiamo in Lui e la nostra disponibilità a sottometterci a Lui totalmente. L’esercizio di donare è un test del carattere. Gesù Cristo era prossimo alla crocifissione, era sul punto di offrire il più grande sacrificio, il sacrificio totale, e guardava coloro che doveva redimere per scorgere quanto assomigliassero al Suo carattere. Si è rianimato vedendo quella donna disposta a un vero sacrificio. Da questo punto di vista, donare diventa un test del carattere.

Possa Dio vedere in noi dei donatori contenti, che sanno che Dio provvede e scelgono di credere in Lui.

Vali Bădescu

Tesoriere e Direttore dei Ministeri GCV
Federazione della Muntenia
Unione Romena


(traduzione dall’inglese a cura di Franca Zucca)